martedì 11 marzo 2014

'La mia casa'

Senior: “ Domani la maestra ci farà fare la verifica di descrizione.
Il titolo è ‘La mia casa’. La pensiamo un po’ assieme?”

Impe: “ Volentieri....puoi iniziare dicendo il nome della via...”

S: “ No! La maestra ha detto che non lo vuole sapere, le interessa la zona.”

I: “ Ok...allora che scrivi?”

S: “ La mia casa si trova vicino al vecchio campo sportivo....ma non è una villetta.”

I: “ Cosa vuole dire ‘ non è una villetta’?! Dì piuttosto che è una casa fronte strada con passo carraio.”

S: “ E secondo te io mi ricordo queste parole??
Continuiamo....la mia casa è gialla e, all’interno, ha un bel cortiletto con un’aiuola, il prato, il garage e l’ingresso per la cucina.”

I: “ Puoi anche scrivere che c’è una veranda e, in estate, mettiamo un tavolo per poter mangiare all’aperto”.

S: “ Una veneranda???”

I: “ Lì, sotto la tettoia, si chiama anche veranda, non veneranda...continua...”

S: “ La mia cucina è bella grande; una porta scorrevole doppia la divide dal salotto che ha due divani e una televisione. In questo piano c’è anche un piccolo bagnetto. Poi si sale...”

I: “ E li liquidiamo così i locali centrali della casa??
Non devi descrivere anche l’arredamento in arte povera; dire che ci sono quadri, fotografie...
Solo divani tele e stop??”

S. “ Fa niente, poi diventa troppo lungo...nella mia casa ad un certo punto c’è una scala per salire...”

I: “Sì, compare dal nulla...è meglio se scrivi che tra l’ingresso e il salotto c’è un disimpegno con la scala in marmo che porta alla zona notte...”

S: “ Sì buonanotte, disi cosa??
Vado avanti: al primo piano troviamo le due stanze da letto, lo studio, un bagno grande, il bagno piccolo con la doccia e un balconcino. Sul soffitto c’è la botola, con una scala che si piega in tre, che porta in mansarda, un locale dove ritiriamo l’albero di natale, i giochi che non usiamo....”

I: “ Stop!! Ti dilunghi a descrivere la mansarda e neanche due parole sulla tua cameretta?!
..continua...”

S: “ Al pian terreno un’altra scala porta alla cantina. Quando si entra è un vero macello: stendini pieni di vestiti, la mia scrivania, giochi un po’ ovunque, la dispensa con il cibo di scorta, la zona stiro di mia mamma sempre piena di biancheria da sistemare. C’è anche la lavanderia con un muro senza piastrelle perché si sono rotte...”

I: “ No, ma dico!! Per i locali belli di casa nostra non hai speso neanche due parole, mentre per quel disastro che è la cantina pagine e pagine.
Scrivi piuttosto che i tuoi genitori sperano un giorno di trasformarla in un’elegante taverna....”

S: “ Ma non è divertente...”

I: “ Faccio finta di non aver sentito....
Mi raccomando, ricordati di non scrivere sempre ‘ la mia casa...la mia casa...la mia casa ’. Usa altri termini.”

S: “ Tipo?”

I: “ ‘Dove abito, dove vivo con la mia famiglia ’...e ricordati le parole nuove che abbiamo detto: fronte strada, veranda, disimpegno...”


S: “ ...e poi i mobili in arte estinta!”

I: “ Non ce la possiamo fare....
Sicuro sicuro di sentirti bene??
Chessò...un piccolo mal di testa, d’ orecchie, torcicollo...
Magari domani ti va di stare un po’ a casa da scuola...”

Non so se mi spaventa di più il possibile disastro scolastico o quello che potrebbe immaginare la maestra leggendo la sua descrizione...

3 commenti:

  1. Mi hai fatto troppo ridere!!!
    ti adoro! :)

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  2. Ahahahah....dalla descrizione ho capito che invece di stare qui dovresti andare a stirare..ahahahahahah!!!!

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