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venerdì 7 aprile 2017

E' speciale la normalità


Junior e l'amico Piccolo escono assieme da scuola.

Impe: " Ciao ragazzi, tutto bene?
Giù gli zaini e fuori i grembiuli.
Piccolo fatti subito una prova così la mamma la legge."

Lui toglie un cellulare dal borsello che porta sempre a tracolla, lo appoggia al braccio e legge il valore che indica: " 148 stabile. Posso andare a giocare?"

I: " Ok, dieci minuti poi andiamo a casa a far merenda."

Un quarto d' ora dopo entrano tutti e tre in casa.

I: " Molto bene, a lavarsi le mani!
Vi ho preparato il budino al cioccolato.
Tu sai cosa devi fare adesso, vero Piccolo?"

Lui annuisce.

Si sfila il suo borsello, lo apre ed estrae un piccolo astuccio nero.
Da questo astuccio ne toglie del cotone che spruzza con del disinfettante e se lo striscia sull'indice, una macchinetta in cui infila una piccola cartina, e una penna con la quale si buca il dito disinfetatto.
Lo strizza per farci uscire una goccia di sangue che appoggia sulla cartina.
Una farfalla inizia a volteggiare sullo schermo della macchinetta che indica un valore 140.
Lui prende il cellulare e fa partire una telefonata: " Ciao...fatta la capillare....140...ok 0,80....sì.....ok....ho capito....ciao mamma."

Dal piccolo marsupio che porta appeso in vita toglie un'altra macchinetta.
Lei si avvicina e gli chiede: " Fammi un pò vedere come funziona il micro?"
Lui gli spiega che deve prima deve schiacciare un pulsante, poi impostare la quantità 0.80 poi schiacciare ok, si sente la macchinetta che ronza, la spegne e la riinfila nel marsupietto.

E via con il suo amico Junior a far merenda in cortile, poi a giocare ai rigori, poi a girare con i monopattini.....

Lei manda un messaggio all'Amica Matta: " Qui tutto ok, tra quando la prossima prova?"
" Una mezz'ora da quando ha mangiato"

Alle cinque e trenta, nel bel mezzo di una sfida di chambara alla Wii, lei passa il cellulare a Piccolo che se lo striscia sul braccio: 170.

Li lascia giocare, dopo una mezz'ora arriva l'amica.
Si siedono un momento in cortile a chiacchierare mentre i due amici scendono in cantina per una lotta di peluches senza confini.

L'ora per tornare a casa arriva.

Lei, accarezzando la bruna chioma di Piccolo, gli dice: " Direi che questa esperienza si può ripetere, tu cosa ne pensi?"   

Lui guarda negli occhi la sua mamma e annuisce con un sorriso che arriva da un orecchio all'altro.

Le due donne si abbracciano e l'amica Matta le sussurra in un orecchio: " Tu non sai che regalo gli hai fatto! Oggi è stata la prima volta che si è fermato a far merenda da un amico senza che nessuno di noi fosse presente. E' un giorno da segnare sul calendario."
Gli occhi di entrambe si fanno lucidi.

Forse non ci rendiamo conto ma la normalità è veramente una condizione speciale.

E, a noi, il diabete non fa paura.

 

giovedì 8 settembre 2016

Oggi è preistoria

Io non ne so di graduatorie, cattedre, provveditorato ( se si chiama ancora così...) assegnazioni e compagnia cantante.

So solo che per i tre mesi estivi le lezioni restano sospese e la scuola è chiusa agli alunni.

Posso immaginare quindi che in questi tre- facciamo due perché agosto è di ferie – mesi si faccia programmazione, sistemazione,  pianificazione, organizzazione e qualsivoglia ‘one’ vi venga in mente.

Va da sé che trovo in-con-ce-pi-bi-le che, il primo giorno di scuola, non si sappia ancora chi sarà il professore di matematica di una prima media.

Ma bisogna muoversi sempre ai primi di settembre?

Se con la mia attività mi comportassi in questo modo con i clienti, penso mi troverei con il culo per terra dopo massimo sei mesi.

Forse perché, per me, il lavoro è anticipare il bisogno del cliente non metterlo in coda.

Efficienza e puntualità prima di tutto!

Mi prudono le mani perché so che passeranno i giorni, se non le settimane, e ci sarà una classe pronta ad assorbire nozioni ed insegnamenti in balia della precarietà di un servizio scolastico che, invece di tutelare l’istruzione dei nostri ragazzi, si muove lento come un carrozzone allo sbando.

Sono delusa, e incazzata, e sfiduciata e, non so se si capisce, tanto ma tanto incazzata.

Non è così che devono andare le cose.

Ma purtroppo è così che continuano ad andare, ovvero: di merda!

E mi chiedo: quando si decideranno a prendere seriamente l’istruzione?

Massima comprensione a quei prof che, ad oggi se ne stanno accanto al telefono ad aspettare la benedetta telefonata.

Non esiste: siamo nella preistoria!

PS: si capisce che sono incazzata?


mercoledì 6 luglio 2016

Cosa resterà di noi???

Ne ho una fottuta paura!

Non voglio!

Non voglio!

Non voglio accada anche a me!

Vade retro!

Ti prego: che non accada a me!!

Ieri mi sono veramente sentita gelare il sangue nelle vene e la consapevolezza mi ha colpita come un pugno dritto sul naso!

Alle 14 sono passata a recuperare i ragazzi a casa dei miei per il consueto trasferimento in oratorio e l’ho sentita.

Lei- mia mamma -  li stava rimproverando.

Gli stava dicendo di mettere in ordine i giochi, di sistemare le ciabatte, di ritirare i libri dei compiti.....

E io mi sono troppo riconosciuta...
Per le cose che gli stava dicendo.

Per il tono che stava usando.

Per le minacce e le recriminazioni usate.

E qui faccio sponda con i discorsi educativi portati avanti dalla saggia Puff

Noi genitori come facciamo a sapere se quello che stiamo facendo, dando, insegnando ai nostri figli arriva forte e chiaro a loro, al loro cuore e alla loro mente??

E nel caso in cui dovesse arrivare, si fermerà e germoglierà o scivolerà via come acqua su una tela cerata?

E se dovesse germogliare diventerà una pianta che produrrà fiori e frutti o sarà un’ erbaccia secca, triste, spinosa e infestante?

Cosa resterà di noi ai nostri figli?

Solo gli atteggiamenti aggressivi, il nervosismo, gli scatti d’ira dei momenti no o avranno memoria dell’ affetto, della complicità, della vicinanza nei loro momenti oscuri, delle risate, delle occasione di condivisone ma soprattutto di lui: l’infinito amore che ci lega

Cosa si ricorderanno di noi?

Non voglio che loro dicano: la mia mamma era quella che sbroccava male, spesso e anche volentieri.

Oppure: la mamma mi ammorbava solo perché trovava giochi e fumetti in ogni stanza.

O anche: ma ti ricordi che due palle che ci faceva la mamma per i compiti e lo studio??

E’ proprio così che io me la ricordo la mia mamma  e questa cosa mi fa un male assurdo.

Non voglio

Non voglio

Non voglio accada anche a me, con loro.

Urge sincero esame di coscienza e repentino cambio di direzione!

venerdì 14 novembre 2014

Il cerchio azzurro

Oggi voglio parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore.

Anzi, vi voglio raccontare di persone molto speciali.

Lui è il compagno di banco di Junior.

Quando aveva un anno e mezzo la sua mamma, la mia Amica Matta, si era accorta che qualcosa non andava.
Era un bimbo sempre con molta sete,  i pannolini strapieni di pipì e stava perdendo peso a vista d’occhio.

Un giorno, a metà luglio, esasperata da questa situazione e con la pediatra in ferie, lo aveva portato al pronto soccorso dove, all’inizio, era stata trattata come la solita mamma iper-protettiva e paranoica.

Ma lei, che è una tosta e con le palle, ha picchiato i pugni e detto ‘ No! Adesso questo bambino voi lo visitate e mi dite cos’ha!’

E’ bastato un piccolo buchino sul dito e la scoperta: diabete.

Il suo pancreas ha deciso di che al suo corpo l’insulina non serve e così non la produce.

Peccato che è un filo indispensabile per vivere.

La loro vita adesso è fatta di disinfettanti, buchi sui polpastrelli, macchinette che danno un numero per cui gioire o preoccuparsi, altra macchinetta appesa in vita che spara nel corpo di un bimbo vivace e spiritoso, quell’ormone che dovrebbe produrre un organo in sciopero.

La loro speranza è nella ricerca.

Oggi è la giornata mondiale del diabete.

Le parole d’ordine sono prevenzione e ricerca.


PS: la cosa bella è che il compagno di banco, Piccolo – diabetico - è lo spacciatore ufficiale di banane fritte zuccherate.

TANTA SETE, TANTA PIPI’ E PERDITA DI PESO
QUESTI SONO I SINTOMI DEL DIABETE DI TIPO 1
SE LI CONOSCI POSSONO SALVARTI LA VITA