martedì 25 novembre 2014

Tosta tostatura

Non è che tutte le sere una abbia voglia di mettersi a spignattare o preparare manicaretti.

Capitano le volte in cui le parole d’ordine sono: zero sbattimento, poche pentole e piatti da lavare al minimo.

La tavola è apparecchia, i ragazzi stanno guardano un po’ di tv.

Aspettiamo che arrivi il papà.

Alle ore 20.10 arriva il maritino: “ Che lusso sta’ sera!! Pastina e toast!!! Tu a Vissani, Cracco e compagnia cucinante gli fai un baffo!!!”

I: “ Struzzo!
Non sai che razza di giornata mi è capitata!!
Svelto, vedi di spicciare a cambiarti perché rischi di non beccarti neanche quelli!!”
borbotta la cuoca mentre nel frattempo gira la manovella, infila il panino nella macchinetta che inizia a ticchettare.

A tempo quasi scaduto alza la molletta per vedere se il pane è abbastanza croccante, ma si accorge che è freddo.

La cuoca pasticciona controlla la presa, prova a farla ripartire ma niente, la tostatrice ha deciso di non funzionare.

Sacramentando si mette a cercare nell’armadio del corridoio l’elettrodomestico a due piastre tipo bistecchiera, come quella che all’autogril usano per scaldare i panini.

“ Sono anni che non lo usiamo, spiaccicherà tutto ma è un’emergenza. Meglio di niente....”

Infila la spina nella presa e PUF! saltano le valvole.

A tentoni raggiunge il quadro con il salvavita e ripristina la corrente tra le urla di tre mostriciattoli elettrizzati dall’imprevisto.

Ci riprova, ma ancora PUF!! corrente che ari-salta.

Pater: “ Ma cosa diavolo state combinando!! Uno torna dopo una giornata di lavoro e non può neanche lavarsi la faccia???”

I: “ Aspetta a cambiarti! Devi fare un salto dai miei a recuperare la machina per i toast, se ti va di mangiare.
Altrimenti, in freezer c’è sempre una bella busta di passato di verdura!!
Che faccio?? La infilo nel micro???”

P: “ Chiama tua mamma, dille che tra due minuti sono lì!”

Non è sempre detto che i piatti meno complicati siano anche di facile esecuzione....

In compenso ho trovato quello che regalerò a Pater per Natale: un bel tostapane!!

lunedì 24 novembre 2014

Risvegli

Sabato mattina la sveglia è più soft – benedetto sia il week end.

Senior, appena apre gli occhi, acchiappa un libro e ci si fionda dentro.

Medio e Junior iniziano subito a giocare: non c’è mica tempo da perdere!!

Pater, solitamente, è l’ultimo ad alzarsi.

Mentre sto aprendo le persiane, arriva casseruola – Junior e mi chiede: “ Ma papà è ancora a letto??”

Impe: “ Sì, perché?”

Occhio iniettato di sangue, bastarditudine a 1000

J: “Vendetta!”

Tutte le mattine, il più difficile da sbrandare, è proprio Junior.
Si infila sotto il piumone come una tartaruga e stanarlo è proprio un’impresa.

Pater ha iniziato ad adottare la tecnica delle cuscinate: gli sfila il guanciale da sotto la testa e inizia a riempirlo di piumose mazzate, fino a che il ghiretto non capitola e scende dal letto.

Cosa c’è di meglio di poter rendere la pariglia al genitore??

Si avvicina al letto, silenzioso come un gatto, toglie il cuscino da sotto l’orecchio del padre che, non aspettandosi nulla del genere, prima di capire cosa sta succedendo riceve una raffica di botte in testa.

Quando anche i fratelli realizzano che nella stanza di mamma e papà c’è di che divertirsi arrivano armati dei loro cuscini e via: la battaglia ha inizio!!!

Provate ad indovinare chi ha dovuto urlare per stoppare il divertimento?

Provate ad indovinare chi ha dovuto minacciare castighi inenarrabili ancora prima di preparare la colazione??

Provate ad indovinare chi si è anche preso la rimbrottata di un più che quarantenne che si lamentava per il brusco risveglio?

venerdì 21 novembre 2014

Bocca mia taci....

Pater: “ Impe, ho preso la tua macchina
Ti volevo dire che....”

Impe: “ Sì, immagino già cosa mi vorrai dire:
‘Non è possibile che l’ammiraglia di casa sia tratta peggio di una discarica.’
Te l’ho già detto il dieci lingue: i ragazzi fanno spesso merenda in macchina!”

P: “ Si, ma...”

I: “ ‘Ma’ cosa?!  anche se ci sono quattro cartacce e un po’ di briciole che problema vuoi che sia!!”

P: “ Veramente...”

I: “ Sì...sono un po’ più di quattro...e poi ci sono anche i bricchini di succo...
Però siamo sempre di corsa: prendi qua, porta là....pure stracarichi di zaini e borse!!
Non è un peccato mortale se, ogni tanto, non mi ricordo di buttare nella spazzatura il pattume !!
....veramente non mi ricordo praticamente mai....
Però è tutta roba che non puzza e non marcisce.
Non come quella volta che mi era scappata via una pera e l’hai trovata imbalsamata dopo non so quanto tempo, sotto il sedile del passeggero.
Qui si parla di biscottini, pizzette....vabbè c’è anche del cioccolato ogni tanto. Però adesso fa freddo e non si squaglia più...tranne se Medio se lo caccia nella tasca di pantaloni....”

P: “ Posso parlare?”

I: “ Si, scusa...”

P. “ Volevo solo dirti che ti ho fatto il pieno...”

I: “ Ah!.........
.........Grazie.......”

P: “ Prego.
 Adesso però vado, ho della spazzatura che mi aspetta!”

Imparare a tacere, no eh?!?!?!

giovedì 20 novembre 2014

Vi racconto...

Vi racconto di Marina.

La conobbi un martedì mattina di molti anni fa.

Parlava poco l’italiano, ma i suoi occhi raccontavano molto.

Arrivava dalla Colombia.

Era scappata da un marito violento e da una vita di stenti.

Aveva lasciato le figlie, già grandicelle, da una parente e lei aveva attraversato l’oceano in cerca di fortuna.

In Italia aveva trovato chi l’aveva aiutata con i documenti ma non con il lavoro, veniva a chiederlo al nostro sportello: badante, domestica, colf, baby-sitter...qualunque cosa pur di mandare soldi alle sue ragazze.

Proprio quel giorno una famiglia era venuta per chiedere un aiuto per la nonna, una signora anziana che non poteva più stare sola.

L’avevo accompagnata io a conoscersi: Marina era stata splendida, le figlie e la signora l’accolsero subito con calore.

Assieme alla nonna viveva anche un figlio, non sposato, che lavorava dalla mattina alla sera: sarebbe stata una presenza discreta e non invadente.

Il giorno seguente Marina si trasferì con le sue quattro cose nella sua nuova casa.

Di tanto in tanto ci veniva a trovare.

Raccontava che la nonna era una signora gentile  e la trattava come fosse una figlia.

Lei le faceva la piega ai capelli, le dipingeva le unghie, l’ accompagnava a messa, le preparava i suoi piatti preferiti...

Marina abitava con la signora da circa due anni quando venne a farci la solita visita.

Le chiesi: “ Come sta la tua nonna??”

Mi rispose: “ Non è più la mia nonna...”

“ Oddio, Marina, è morta!?!?
No!!!   
Dobbiamo trovarti un nuovo posto di lavoro....ti lasceranno sicuramente delle buone referenze: non sarà difficile!!”

“ No, Impe!!
Non hai capito: non è più la mia nonna, perché sta per diventare mia suocera!!”

In questi anni, in silenzio, era nato un affetto tra Marina e il figlio
“ Sai...mi ero accorta che lui, quando tornava, riempiva la vasca e si faceva sempre il bagno. Allora io, appena lo sentivo entrare in garage, iniziavo a preparargliela .
Una volta gli avevo detto che i miei fiori preferiti erano i tulipani, così lui, ogni tanto, me li faceva trovare in un vaso sul tavolo della cucina....è iniziato così....
Tra un mese ci sposiamo, voi siete tutti invitati!!”

Nel suo gran giorno Marina era raggiante; con un semplice tailleur blu e i suoi occhi sprizzavano gioia e felicità, anche perché vicino a lei c’erano le sue figlie.

La sua adesso era una famiglia e una vita veramente felice.

Continuò a fare la badante della suocera, con ancora più amore e impegno, dato che le condizioni della signora peggioravano poco a poco.

Quando morì Marina venne a dircelo, con gli occhi umidi di chi aveva perso una persona speciale.

Pochi mesi dopo la doccia fredda.

Un sabato sera Marina aveva iniziato a non sentirsi bene.

Lunedì mattina non c’era già più.

Le figlie ci vennero a trovare dopo il funerale con una busta.

Consegnarono alla nostra associazione di volontariato le donazioni di parenti e amici.

“ La nostra mamma avrebbe sicuramente voluto che questi soldi li aveste voi.
Ci ha sempre raccontato che siete state le uniche persone che l’hanno accolta  e aiutata in un momento di grande difficoltà.”

Ci siamo abbracciate.

Pianto.

Pianto.

Pianto. 

Ciao Marina, ci manchi....

mercoledì 19 novembre 2014

Danni fritti

Medio e Junior stanno giocando, sdraiati sul tappeto, con le loro trottole BayBlade.

Medio: “ Mamma, posso usare il tuo cellulare?
Ho bisogno di un cronometro per vedere per quanto tempo gira la mia trottola.
Vedi che ha la base più alta?
Quando inizia a girare non finisce più.
Voglio vedere quanto dura.”

Impe: “ Prendilo pure!
Sono curiosa: voglio vedere anch’io!”

Dopo un minuto e 15 secondo di giri la trottola di Medio si ferma.

M: “ Pazzesca!! E’ troppo forte!
Junior, vuoi provare anche tu?”

Junior: “ No! Lo sai che la mia è una trottola di potenza, tutta corazzata.
Non gira così a lungo ma può friggere tanti danni.”

I: “ Scusa...non ho capito. Cosa può fare la tua?”

J: “ La mia può friggere tanti danni!!”

I: “ Amore infliggere, non friggere.”

J: “ No, no. La mia i nemici li frigge proprio!!
Proprio come la racchetta per scossare e friggere le zanzare!!”

Alla larga!!
Frittura in arrivo!!!

martedì 18 novembre 2014

Orecchie a riposo

Ieri i ragazzi sono stati a casa da scuola, perché Qui era festa patronale.

Anche mamma ha bigiato il lavoro ed è stata con loro tutto il santo giorno.

Prima della mezza si era chiesta almeno un centinaio di volte chi glielo avesse fatto fare.

La parola ‘mamma’ era stata pronunciata almeno un fottilione di volte.

Senior: “ Mamma, mi aiuti a finire questo esercizio di francese?”

Medio: “ Mamma, mi controlli se il problema è giusto?”

Junior: “ Mamma, ma tu pesi più o meno di un quintale? Ma quant’è un quintale, mamma?”

S: “ Mamma, ma per fare i contorni del Piemonte sulla carta lucida, è meglio la matita F, la HB o la 2H?”

M: “ Mamma, ma di che colore devo fare gli angoli concavi e convessi, secondo te?”

J: “ Mamma, ti devo dire una cosa mamma......però mi sa che me la sono dimenticata, mamma...”

S: “ Mamma!! Mamma!! Ho bisogno di un consiglio!!
Mamma!!
Ma perché ti nascondi in lavanderia, mamma...”

Impe: “ No...non mi sto nascondendo. E’ che ho bisogno di far riposare un attimo le orecchie, vi prego!”

J: “ Ma mamma, le orecchie non si possono riposare!
Non possono chiudersi, come gli occhi!”

I: “ Prova a far silenzio.......... Vedi le orecchie si riposano così.”

J: “ Ma allora si riposano tutta notte! Adesso possono anche lavorare!!
Allora mamma, ascoltami che mi sono ricordato cosa ti dovevo dire......”

S: “ No, mamma! Prima devi ascoltare me!!”

M. “ Mamma!! Cosa prepari per pranzo!! Io ho fame!!!”

J: “ Uffa mamma!! C’ero prima io!!”

Benedetti siano la scuola e il lavoro!!  
  

venerdì 14 novembre 2014

Il cerchio azzurro

Oggi voglio parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore.

Anzi, vi voglio raccontare di persone molto speciali.

Lui è il compagno di banco di Junior.

Quando aveva un anno e mezzo la sua mamma, la mia Amica Matta, si era accorta che qualcosa non andava.
Era un bimbo sempre con molta sete,  i pannolini strapieni di pipì e stava perdendo peso a vista d’occhio.

Un giorno, a metà luglio, esasperata da questa situazione e con la pediatra in ferie, lo aveva portato al pronto soccorso dove, all’inizio, era stata trattata come la solita mamma iper-protettiva e paranoica.

Ma lei, che è una tosta e con le palle, ha picchiato i pugni e detto ‘ No! Adesso questo bambino voi lo visitate e mi dite cos’ha!’

E’ bastato un piccolo buchino sul dito e la scoperta: diabete.

Il suo pancreas ha deciso di che al suo corpo l’insulina non serve e così non la produce.

Peccato che è un filo indispensabile per vivere.

La loro vita adesso è fatta di disinfettanti, buchi sui polpastrelli, macchinette che danno un numero per cui gioire o preoccuparsi, altra macchinetta appesa in vita che spara nel corpo di un bimbo vivace e spiritoso, quell’ormone che dovrebbe produrre un organo in sciopero.

La loro speranza è nella ricerca.

Oggi è la giornata mondiale del diabete.

Le parole d’ordine sono prevenzione e ricerca.


PS: la cosa bella è che il compagno di banco, Piccolo – diabetico - è lo spacciatore ufficiale di banane fritte zuccherate.

TANTA SETE, TANTA PIPI’ E PERDITA DI PESO
QUESTI SONO I SINTOMI DEL DIABETE DI TIPO 1
SE LI CONOSCI POSSONO SALVARTI LA VITA