L’ho incrociata ieri, davanti ai frigoriferi del supermercato.
Lei guardava gli yogurt, io dovevo prendere il latte.
Ha gli occhi luminosi e i capelli nascosti, stretti stretti, sotto il velo.
Indossa sempre pantaloni sportivi e scarpe basse, ha tre figli ancora piccoli, non penso abbia neppure trent’anni.
Il suo maggiore, Mohamed detto Momi, è compagno di basket di Medio.
Per tutto l’inverno ci siamo salutate e scambiate sempre poche parole al volo, negli spogliatoi della palestra, tra un ‘ mettiti le scarpe!’ o un ‘ allacciati bene il giubbotto!!’.
Sinceramente non conosco neppure il suo nome....
Ma ieri, alle 12.45, eravamo entrambe senza nessuno da controllare a vista, stranamente tranquille, con il cestino verde della spesa sotto il braccio e questa cosa ci è sembrata strana: ne abbiamo riso assieme!!
Le ho chiesto: “ Per le ferie non tornate a casa?”
Mi ha risposto: “ Non ci è più possibile tornare.
Non abbiamo più una casa.
La Siria non è più il nostro paese.”
E gli occhi le si sono spenti.
Tutta la sua famiglia è fuggita: loro in Italia, i genitori in Egitto, altri fratelli sparsi qua e là.
“ Se volessimo andare a trovarli tutti dovrei fare il giro del mondo.
Pensa come siamo fortunati!!”
Ha detto con un sorriso tiepido e rassegnato.
Mi sono trovata senza parole......
Quanta gente, nel mondo, non ha più un posto che può chiamare ‘casa’ sentendola tale.
Quanta gente, pur essendo a ‘casa ’ non si sente protetto e sereno.
Allora penso che noi, in mezzo al nostro corri corri, all’arrabattarsi per arrivare a fine mese, al delirio di una quotidianità contorta......siamo proprio fortunati.
Un pensiero, a occhi chiusi e con il cuore in mano, vola a chi non è sereno quanto noi...
Bel pensiero. Condivido. Spesso non riusciamo a cogliere quanto davvero siamo fortunati.
RispondiEliminaGrazie Francesca. Non ce se ne rende conto fino a che non ti viene sbattuto in faccia
EliminaLa casa è un diritto, anche quella emotiva lo è, il diritto di poterci tornare almeno a toccare le strade dei propri ricordi, dei propri antenati lo è. In questi giorni, mentre bambini muoiono e altri scappano dentro cubi di cemento armato, il mondo guarda altrove. Eppure c'è tanta gente che vorrebbe vivere in pace e condividere la stessa casa!
RispondiEliminaCara Luciana, so che questo è un argomento a te dolorosamente caro.
EliminaTroppe guerre si combattono nell'indifferenza generale.
Per i siriani penso sia infinitamente peggiore di quanto lo sia per me. In Siria c'è una guerra interna, fratricida, siriani contro siriani e deve essere straziante vedere le loro città millenarie distrutte per follia.
EliminaIn effetti a volte perdiamo di vista queste cose, pensiamo che i nostri problemi siano grandi ed insormontabili... E invece siamo fortunati...
RispondiEliminaMaira
Molto fortunati, cara Maira!!
EliminaMamma mia....situazioni così ti fanno davvero capire che sei fortunata.
RispondiEliminaChe sofferenza, che smarrimento... :(
Hai ragione Maris,molto molto triste...
EliminaQui in Francia ce n'è tantissimi, soprattutto in questa zona nel sud, alle volte quando sono al parco mi guardo intorno e noto essere l'unica europea!!
RispondiEliminaC'era una coppia che veniva al corso di francese con me, lei è scappata in Turchia che era incinta, le hanno preso tutti i documenti, ma più tornati e non so come sono arrivati qui. Hanno anche un figlio più grande.
Si fa fatica a pensare che queste cose accadono, ma poi te le ritrovi lì e non puoi far altro che constatare tutta la tristezza del mondo.