Detesto la perfezione.
Io sono l’anti-perfezione.
Non riesco a fare una cosa dall’inizio alla fine in modo completo….mi fermo sempre un centimetro prima, al 99 %.
Non ce la faccio proprio.
Gli esempi si sprecano, si perdono nella notte dei tempi…alla scuola elementare il mio voto fisso era BENE – ( bene meno ).
Il – meno era sinonimo che il lavoro era ben fatto, ma con una piccola imprecisione.
Il – mi è rimasto incollato.
Con i figli, la casa, praticamente tutto… non riesco a fare a meno della mia imperfezione.
Non è sciatteria, pigrizia, poltroneria, imprecisione…è che io non riesco a ‘ chiudere ’, lascio sempre la possibilità di riprendere una cosa lasciata lì, può sempre essere migliorata.
Nel lavandino c’è sempre qualcosa da lavare ( fosse anche un cucchiaino ); sul letto ci deve essere sempre una maglietta, un pantalone o un calzino; quando esco di casa vedo sempre qualcosa che andrebbe sistemato, ma non riesco a metterlo a posto…non ce la faccio a lasciare tutto perfetto.
Ci sono poi delle azioni o attenzioni che mi mandano fuori di testa
Sbarello quando vede le mamme alla scuola dell’infanzia che, dopo aver tolto il berretto al pupo e aver sistemato il giubbotto nell’armadietto, levano dalla borsa un pettine e gli sistemano i capelli.
Io picchio la testa contro il muro!!! Non ce la posso fare…ma che scherziamo?!?!
Le donne precise con capelli perfetti, unghie perfette, vestiti perfetti, lavori perfetti, vite perfette sono le mie peggiori nemiche.
Giuro, non è invidia.
E per farvi capire che veramente io sono così….fine post.
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