Mi potrei abituare a partire con un bagaglio a mano senza giochi e cartine di Yugioh .
Osservare la Città Eterna da un taxi tenendoci per mano, cenare con coetanei chiacchierando del più e del meno con la mente leggera leggera, e tirare tardi bevendo qualcosa.
Pernottare all’ultimo piano di un albergo con una vista mozzafiato, svegliarsi all’alba e riempirsi gli occhi di una luce magica.
Prepararsi con calma e risalire, mano nella mano, sul taxi.
Arrivare nella piazza più bella del mondo, con un cielo blu incanto e trovarsi con le lacrime agli occhi davanti a una persona vestita di bianco che passa sorridendo, salutando e baciando i bambini.
Ascoltarlo parlare proprio a me: “Una mamma sa che cosa è importante perché un figlio cammini bene nella vita, e non l’ha imparato dai libri, ma l’ha imparato dal proprio cuore. L’Università delle mamme è il loro cuore! Lì imparano come portare avanti i propri figli”
Terminare la giornata non vedendo l’ora di tornarsene a casa, perché sai che c’è chi ti aspetta.
Essere accolta da 3 sorrisi, 6 occhi e 6 braccia che non vedevano l’ora di vederti e riabbracciarti e mille e mille parole travolgenti.
Sentire la stanchezza che piano piano affiora, aspettare che loro si addormentino, baciarli sulla fronte e benedirli.
Ma questa è una benedizione speciale, arriva da lontano, quasi dalla fine del mondo.
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