giovedì 28 maggio 2020

Bolle di sapone

Ogni tanto ti penso.
 
Veramente ti penso spesso!
 
Almeno una volta al giorno fai capolino nella mia testa e nel mio cuore.
 
Entri nei miei pensieri, leggera come una piuma.
 
Oggi sono quattro mesi da che tu hai deciso di non esserci più.
 
Sei stata la discrezione fatta a persona prima e lo sei ancora oggi, con i ricordi che hai lasciato di te.
 
Ci sono momenti in cui penso tu sia stata solo un ologramma della mia fantasia, un essere etereo, inafferrabile.
 
Poi però mi ricordo le nostre chiacchiere sedute sul tappeto, le confidenze, le passeggiate, quelle strane coincidenze che ci facevano sentire sempre più vicine.
 
Come quella volta che ti sei presentata da me ed indossavamo entrambe una blusa bianca a pois colorati.
 
Ci siamo messe a ridere e io ti ho detto: " Mia mamma odia questa camicia, invece io l'adoro!"
 
Hai sgranato gli occhi e mi hai risposto: " Anche alla mia non piace per niente!" afferrandomi una mano.
 
E siamo scoppiate a ridere ancora più forte.
 
Tu non lo sai, ma il giorno che ti abbiamo salutata io, sotto il cappotto, l'avevo indossata la nostra camicia gemella.
 
Per sentirti ancora vicino.
 
Per ricordare la tua mano tra la mia.
 
Loro: i nostri pois.
 
Piccole bolle di sapone caleidoscopiche.
 
Leggere.
 
Salgono lievi verso il cielo e, in un attimo  - puf! - non ci sono più.
 
Come te.
 
Che ti sei lasciata scoppiare.
 
Se guardo il cielo però mi sembra di vederti lì, in alto, che volteggi tra le nuvole.
 
Però manchi amica, non ti immagini quanto.
 
  

8 commenti:

  1. E' dura lasciar andare qualcuno con cui si sentiva un legame così.
    E pensarci ogni giorno diventa forse inevitabile.
    Un caro saluto.

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    1. E' dura soprattutto perché è stata lei a decidere di lasciarci. Farsene una ragione è quasi impossibile.

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  2. Ricordo di questa tua amica, ne avevi parlato brevemente.

    Ma nella tua opinione quali sono state le cause scatenanti ?

    Era sola ?

    Aveva problemi di qualche tipo che la affliggevano : economici, sentimentali, lavorativi... altro ?

    Saluti

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    1. Non era sola Vedetta, aveva un marito e amici che non se ne sono ancora fatti una ragione.
      Soffriva di fibromialgia, una malattia subdola che l'ha consumata dentro. Dentro, perché fuori era sempre sorridente e io non mi sono accorta fin dove la sua mente si era spinta.
      Riuscirò a perdonarmi? Non so….

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  3. Ma che tristezza !!! Immagino sia stata anche giovane .
    Quello che non capisco " E' stata lei a decidere di lasciarci...
    E come ???
    Perdonati , non potevi sapere se lei era sempre sorridente .
    Buona serata e notte . Laura

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  4. Ciao Laura,

    Francamente non so che etá avesse la amica della imperfetta.
    Ma non c'entra molto con la decisione di suicidarsi.

    E' noto il caso, un paio di anni fa, del regista Mario Monicelli
    morto suicidia a 95 anni (!) lanciandosi dal quinto piano del reparto di urologia del San Giovanni a Roma. Nel caso di Monicelli si trattó di una scelta molto serena e ponderata, semplicemente andando avanti con l'etá tra gli acciacchi e i ricoveri, l'ultimo di quale per il tumore della prostata, cancro a progressione "lentissima" negli uomini che ad una etá avanzata spesso nemmeno viene curato attivamente perché fa parte del processo di senescenza. Monicelli aveva deciso di farla finita perché si era reso conto di essere arrivato al limite massimo della sua "indipendenza" fisica, continuare avrebbe significato dipendere negli ultimi anni che gli fossero ancora rimasti sempre di piu' dagli altri, non essere piu' "libero". E' una scelta razionale.

    Di rado qua e la nei blog capita di leggere di persone che pensano di farla finita, una tra l'altro di cui non faccio il nome e nemmeno il cognome pratica anche questo blog occasionalmente .. ma in oltre dieci anni di blogghing è ancora viva e vegeta.

    Chi lo dice spesso, non lo fa, anche perché dicendolo si lanciano segnali di aiuto e in qualche misura la "cosa" esce anche in qualche misura dal proprio sistema. E' come la valvola dell'aria della pentola a pressione che a un certo punto fischia.

    Sul discorso di come lo ha abbia fatto la amica della imperfetta... sarei curioso di saperlo anche io.

    Io sono credente e della morte in se' e per se' non ho paura. Proprio per nulla. La prospettiva cristiana se vissuta e compresa davvero, senza limitarsi alla messa domenicale, rende consapevoli che il momento presente è breve, passeggero ed assolutamente frivolo. La vita quella vera, eterna, verrá dopo. Questo è un rito di passaggio e a dirla proprio tutta un rito anche abbastanza "penoso". Il massimo dell'obiettivo che ci si puo' dare è cercare di viverlo bene, facendo del bene a chi ci é accanto nei limiti di quanto é umananamente possibile.

    Cio' che invece mi farebbe paura del suicidio è il dolore. Probabilmente il salto nel vuoto dal 5 piano di Monicelli a 95 anni é la cosa piu' indolore che si possa pensare, forse non lo so. Per qualche secondo forse avrá provato paura, chi lo sa, forse non ha avuto nemmeno il tempo di pensarci piu' di tanto.


    Imperfetta, se ne hai voglia raccontaci un po' di come é andata la vicenda.

    Saluti

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    1. La mia amica ha deciso di togliersi la vita, pianificando il gesto in modo meticoloso. Una decisione probabilmente molto meditata e organizzata con una lucidità che spiazza.
      Lei era molto cattolica, ma questo non l'ha fermata.
      Posso solo immaginare l'inferno che si portava dentro per poter mettere in atto una decisione così.

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    2. Non riesco però a raccontare qui il come, fa ancora troppo male.

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