Qualche settimana fa, mamma Impe ha ricevuto un messaggio dalla mamma di un nuovo compagno di Junior che le chiedeva quando avrebbe potuto chiamarla.
Le ha risposto: Anche subito! e ha iniziato a porsi qualche domanda sul contenuto della telefonata che, a breve, avrebbe ricevuto.
Tempestiva è arrivata: " Ciao, sono la mamma di Gà.
Mi ricordo di te perché, da giovani, frequentavamo lo stesso ritrovo.
Mi ricordo di te perché, da giovani, frequentavamo lo stesso ritrovo.
Ti chiamo perché l'altro giorno ho visto il mio bambino turbato.
Gli ho fatto un po' di domande su come mai era così taciturno ma lui non mi ha risposto subito.
Ho insistito e, alla fine, mi ha detto che stava male perché Junior gli ha detto che lui è un 'figlio di pu***a'.
Capisci?!?!?
Lui è molto sensibile e tra noi c'è un rapporto molto stretto, queste parole gli hanno fatto malissimo."
Mamma Impe ha ascoltato impassibile, senza interromperla, anche quando le ha detto di aver costretto il figlio a togliersi dalla chat del gruppo classe perché inopportuna, molesta e invadente.
Le ha raccontati altri fatti che, onestamente, avrebbe anche fatto a meno di sapere.
Le ha raccontati altri fatti che, onestamente, avrebbe anche fatto a meno di sapere.
A monologo terminato le ha risposto chiedendole, innanzitutto, scusa.
Le ha fatto presente di non essere assolutamente al corrente dell'accaduto.
Si è mostrata, tuttavia, perplessa.
Conoscendo il figlio, non lo ritiene tipo da queste azioni 'bullesche'.
Ha precisato:
" Però tutto è possibile! Purtroppo i nostri figli, quando sono fuori di casa, si possono trasformare in esseri che noi faremmo fatica a riconoscere!"
Le ha anche detto che, se avesse avuto piacere, avrebbero potuto far incontrare i ragazzi fuori dall'ambito scolastico, per poterli far conoscere meglio e cercare di instaurare un nuovo rapporto di amicizia.
Ha nuovamente chiesto scusa, precisando che avrebbe fatto anche lei chiarezza con Junior.
Si sono salutate serenamente e, dopo aver preso un profondo respiro, ha chiamato l'imputato per chiedergli lumi.
Si sono salutate serenamente e, dopo aver preso un profondo respiro, ha chiamato l'imputato per chiedergli lumi.
Il ragazzo gli ha raccontato di un fatto accaduto qualche giorno prima, in cui lui si era arrabbiato perché il compagno Gà continuava a disturbarlo durante la lezione e, nell'intervallo, aveva frugato nel suo astuccio senza permesso: " Ma sì mamma! Ci siamo detti qualche parolaccia. Io a lui e lui a me! Ma poi è finita lì e sono già passiti almeno tre giorni!"
Lei gli ha fatto presente che bisogna sempre rivolgersi agli insegnati per risolvere le questioni, che certe parole possono offendere, che l'indomani avrebbe dovuto scusarti con il compagno ma, soprattutto, di girare al largo dagli attaccabrighe.
La questione è morta lì.
Ieri ha scoperto che, sempre la mamma di Gà, aveva contattato un'altra mamma lamentandosi che, la figlia di quest'ultima, aveva risposto con 'Addio' ad un'infinita serie di messaggi che il compagno Gà le aveva mandato sul cell.
L'Addio era stato letto come una mancanza di educazione e volontà di ghettizzare il povero Gà che voleva semplicemente socializzare.
La questione è morta lì.
Ieri ha scoperto che, sempre la mamma di Gà, aveva contattato un'altra mamma lamentandosi che, la figlia di quest'ultima, aveva risposto con 'Addio' ad un'infinita serie di messaggi che il compagno Gà le aveva mandato sul cell.
L'Addio era stato letto come una mancanza di educazione e volontà di ghettizzare il povero Gà che voleva semplicemente socializzare.
La riflessione nasce spontanea:
quanto male posso fare queste 'mamme amiche', paladine dei loro pargoli, in diritto di difendere costantemente i loro figli a spada tratta?
Quanti danni nel non rendersi conto che questi ragazzi non sono santi?
Quanto meglio farebbero a fare uno, due e anche tre passi indietro, vigilando ma non intervenendo?
Quanto bene farebbero ad aprire, loro stesse, gli occhi per rendersi conto di chi e come stanno crescendo?
Leviamoci le lenti a cuoricino e guardiamo i nostri ragazzi per quello che sono - pregi ma soprattutto difetti!
Non li ameremo di meno, ma faremo di loro uomini e donne responsabili, onesti e altruisti.
Almeno proviamoci!
PS: Il compagna Gà ha confessato a Junior di aver tirato fuori la scusa del loro battibecco perché non voleva dire alla mamma che non aveva studiato la lezione per il giorno successivo e, al pressing della genitrice, le ha scodellato la prima scusa che gli passava per il cervello e a cui, lei, ha abboccato.
Se vi state chiedendo se mamma Impe l'ha richiamata per metterla al corrente, la risposta è NO!
Sicuramente non le avrebbe minimamente creduto.
Queste mamme sono la rovina dei figli.
RispondiEliminaAltro che!
A me spiace molto per il bambino.
EliminaA quanto pare, con questo modo di fare e grazie all'ingerenza della madre, non si sta facendo voler bene dai compagni.
O marò! Che rompimaroni ste mamme!
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